martedì 29 dicembre 2009

SONO INCAZZATO NERO E TUTTO QUESTO NON LO ACCETTERO' PIU'!!!



"...SONO UN ESSERE UMANO PORCA PUTTANA LA MIA VITA HA UN VALORE!!!"

Guido Galeno legge Beppe Salvia

Galeno Guido reading

Guido Galeno legge Sandro Penna e Dino Campana



Sandro Penna

Entro una vaga e bianca
domenica festosa
un'occhio non riposa
se l'amore non stanca

elemosina ardita
e domanda la gente
se taluno consente
com'è bella la vita.


Dino Campana

Ondulava sul passo verginale
e crespa e nera la chioma musicale
nello splendore del tiepido sole
eran tre vergini e una grazia sola

Ondulava sul passo verginale
e crespa e nera la chioma musicale
eran tre vergini e una grazia sola
e sei piedini in marcia militare.

mercoledì 23 dicembre 2009

Arrigo Molinari: Bankitalia, BCE e signoraggio




"La mia ultima battaglia"
ultima intervista ad Arrigo Molinari prima della sua morte rilasciata a il Giornale

Solange Manfredi - Tecniche dei poteri occulti

Berlusconi salva Pollari & Pompa

23 dicembre 2009

Schedare e spiare giornalisti, magistrati e politici di opposizione è fra le attività “indispensabili alle finalità istituzionali” dei servizi segreti, dunque il reato è coperto dalla “speciale causa di giustificazione” che, secondo la legge 124 del 2007, “si applica quando le condotte sono poste in essere nell’esercizio o a causa di compiti istituzionali dei servizi di informazione per la sicurezza” e “indispensabili e proporzionate al conseguimento degli obiettivi dell’operazione non altrimenti perseguibili”.


SEGRETO DI STATO

Insomma l’archivio riservato del Sismi sequestrato il 5 luglio 2006 dalla Digos su mandato della Procura di Milano nell’ufficio segreto di via Nazionale 230 a Roma e gestito dall’analista Pio Pompa, fedelissimo dell’allora direttore Niccolò Pollari, è da ritenersi “autorizzato dal presidente del Consiglio dei ministri”. Il che consente a Pollari e Pompa di rifiutarsi di rispondere al magistrato. Lo ha comunicato lo stesso Silvio Berlusconi due settimane fa alla Procura di Perugia, che il 27 aprile scorso ha ereditato per competenza da quella di Roma il fascicolo sulle deviazioni del Sismi.

Fra i magistrati spiati, infatti, ce n’erano alcuni in servizio nella Capitale. Un mese fa il pm umbro Sergio Sottani ha concluso le indagini e depositato gli atti a disposizione delle parti: un atto chepreludeallerichiestedirinvioa giudizio.Graviiduereaticontestati all’ex direttore e al funzionario: il peculato per aver distratto, appropriandosene e usandole, “somme di denaro, risorse umane e materiali” per fini diversi da quelli istituzionali, come la redazione di “analisi sulle presunte opinioni politiche, sui contatti e sulle iniziative di magistrati, funzionari dello Stato, associazionidimagistratiancheeuropei, giornalisti e parlamentari”; e l’indebita intrusione nella vita privata delle persone schedate, con la “violazione, sottrazione e soppressione della corrispondenza elettronica dell’associazione di magistrati Medel”, l’“accesso abusivo al sistema informatico dell’associazione”, la “violazione della privacy”. Per la seconda imputazione il pm romano aveva chiesto l’archiviazione (prima che il gip e il gup si dichiarassero incompetenti), ma quello di Perugia è di diverso avviso e intende processare Pollari e Pompa anche per quello. Alla notifica degli atti, i due indagati han chiesto di essere interrogati. E, assistiti dagli avvocati Franco Coppi e Titta Madia, hanno opposto il segreto di Stato. Il pm Sottani è caduto dalle nuvole e s’è rivolto a Palazzo Chigi, che per legge è l’unico depositario del top secret, con due distinte richieste per Pollari e per Pompa: ai fini dell’indagine, gli serve sapere chi pagava l’affitto dell’ufficio di via Nazionale, a chi erano intestate le utenze telefoniche e soprattutto chi impartiva le direttive a Pompa e Pollari. Berlusconi ha già risposto per Pollari: tutte le questioni poste sono coperte da segreto di Stato. La risposta per Pompa è attesa per i primi del 2010 e ben difficilmente si discosterà dall’altra. Se ne deduce che lo spionaggio su vasta scala messo in atto dal Sismi a partire dal 2001 contro i supposti nemici non dello Stato, ma di Berlusconi, era autorizzato, se non addirittura ordinato dal secondo governo, il Berlusconi-2.

IL PRIMO SALVATAGGIO.

Il segreto di Stato (opposto sia dal governo Prodi sia dal governo Berlusconi) ha già salvato Pollari da un altro processo, quello a Milano per il sequestro di Abu Omar, per cui sono stati condannati in primo grado una ventina di agenti e dirigenti della Cia e, per favoreggiamento, Pio Pompa (3 anni) e il giornalista prezzolato Renato Farina, alias “agente Betulla” (ha patteggiato 6 mesi prima di entrare alla Camera come deputato del Pdl).

Ora il top secret potrebbe salvare Pollari e Pompa anche nel processo per le schedature ad personam gentilmente offerte al Cavaliere, del quale entrambi sono devotissimi, pur mantenendo eccellenti rapporti anche col centrosinistra, in particolare con l’area dalemiana. Memorabile il fax che Pompa inviò al suo spirito-guida il 21 novembre 2001: “Signor Presidente, sul foglio che ho davanti stento ad affidarmi a frasi di rito per esprimerLe la mia gratitudine nell’aver approvato… il mio inserimento, quale consulente, nello staff del Direttore del Sismi... Sarò, se Lei vorrà, anche il Suo uomo fedele e leale... Desidero averLa come riferimento e esempio ponendomi da subito al lavoro... Avendo quale ispiratore e modello di vita don Luigi Verzé, posso solo parlarLe con il cuore: insieme a don Luigi voglio impegnarmi a fondo, com’è nella tradizione contadina della mia famiglia, nella difesa della Sua straordinaria missione... La Divina Provvidenza mi ha concesso di sperimentare la possibilità di poter lavorare per Lei...”. Ben altri toni, da maccartista anni Cinquanta, quelli usati nelle veline trovate nel suo ufficio. Veline anonime che additavano gli avversari del premier da “disarticolare”, “neutralizzare”, “ridimensionare” e “dissuadere”, anche con “provvedimenti” e “misure traumatiche”. Fra questi, i pm milanesi Bruti Liberati, Boccassini, De Pasquale, Borrelli, Davigo, Taddei, D’Ambrosio, Greco, Ichino, Carnevali, Colombo e Napoleone; i romani Loris D’Ambrosio, Almerighi, Salvi, Cesqui, Sabella; i palermitani Ingroia, Principato, Natoli e l’ex procuratore Caselli; e altri noti magistrati come i fratelli Mancuso, Monetti, Melillo, Perduca, Casson, Lembo, Vaudano, più il francese Barbe e lo spagnolo Garzòn. E poi giornalisti e intellettuali: Furio Colombo, Arlacchi, Flores d’Arcais, Santoro, Ruotolo, Pennarola, Cinquegrani, Giulietti, Serventi Longhi, Giulietto Chiesa, Eric Jozsef, Gomez, Barbacetto e Travaglio; D’Avanzo e Bonini di Repubblica sarebbero addirittura stati pedinati. E ancora, fra gli schedati, l’editore De Benedetti e politici come Violante, Brutti, Veltri, Visco, Leoluca Orlando e Di Pietro. Ora soltanto il Copasir potrebbe ribaltare il segreto di Stato, con una relazione motivata al Parlamento. Ma il candidato più accreditato a presiederlo, dopo le dimissioni di Rutelli, è proprio Massimo D’Alema, che ha sempre molto apprezzato Pollari. L’uomo giusto al posto giusto.

da Il Fatto Quotidiano del 23 dicembre 2009

Berlusconi salva Pollari & Pompa

mercoledì 16 dicembre 2009

Non cambiano mai

L'editoriale
Non cambiano mai

C’è un pezzo d’Italia, cui la sinistra perbene mai ha saputo tirare le orecchie, che vive immersa nel rancore, nell’invidia e spesso nell’odio.

Non ci stanno oggi come non ci stavano ieri. Sono quelli che considerano l’Italia una democrazia solo quando vincono loro. Sono quelli che intendono la sinistra, meglio se comunista, come una specie di orizzonte salvifico, un paradiso in terra che però mai deve arrivare. Sono quelli sempre «incazzati» con il mondo, raggomitolati nei loro falsi miti che non servono a niente. Sono quelli che detestano Berlusconi perché è ricco, perché ha avuto successo nella vita e forse anche perché gli piacciono le donne (e non ne fa mistero).
C’è un pezzo d’Italia, cui la sinistra perbene mai ha saputo tirare le orecchie, che vive immersa nel rancore, nell’invidia e spesso nell’odio. Ce l’hanno col vicino di casa che cambia la macchina, con il collega di lavoro che viene promosso, con il compagno di scuola che sembrava scemo e poi ha fatto i soldi, magari sgobbando nella sua piccola azienda dalla mattina alla sera. È quell’Italia (minoritaria) che Bersani dovrebbe abbandonare.

Roberto Arditti - "Il Tempo"

16/12/2009

risposta:

Giacomo Galeno

Sono quelli che quando vincono le elezioni considerano il paese una loro proprietà. Sono quelli che odiano il comunismo e la sinistra, ma non sanno cosa sia e ne parlano comunque...a vanvera. Non sanno delle conquiste di civiltà che questa ha portato, non sanno che il comunismo è stato un grande movimento di emancipazione degli oppressi. Sono quelli che non si incazzano mai, che sono sempre chini di fronte agli stessi padroni che decidono per loro, ma che loro non contesterebbero mai. Sono quelli che adorano Berlusconi perchè è ricco, non importa come lo sia diventato, non importa che lo sia diventato in modo scorretto e a loro stesso discapito. Sono quelli che adorano Berlusconi perchè gli piacciono le donne (non sia mai fosse gay!!) che da utilizzatore finale le considera come gadgets sessuali..... GRAZIE A DIO NON SONO COSI'.

lunedì 14 dicembre 2009

Gnawa Diffusion - Visa Vie

Souad Massi - Khallouni

Souad Massi - Raoui



Souad Massi - Storyteller

Oh storyteller tell us a story
Make it a tale
Tell me about the people of old
Tell me about 1001 Nights
And about Lunja daughter of the Ghoul
And about the son of the Sultan

I'm about to tell a story (I'm just told that this phrase is what is said before you tell a story, I have no idea what it could mean)
Take us far from this world
I'm about to tell a story
Everyone of us has a story in his heart

Narrate and forget we're adults
In your mind we're young
Tell us about heaven and hell
About the bird that never flew in his life
Make us understand the meaning of the world

Oh storyteller tell it just as they told you
Don't add anything, don't leave anything out
We could see into your mind
Narrate to make us forget this time
Leave us in the world of once upon a time

سعاد ماسي - راوي

يا راوي حكي حكاية
مادابك تكون رواية
حكي لي على ناس الزمان
حكي لي على ألف ليلة وليلة
وعلى لنجة بنت الغولة
وعلى ولد السلطان

حانجيتك مانجيتك
دنا بعيد من هادي دنيا
حاجيتك ماجيتك
كل واحد منا في قلبه حكاية

حكي وانسى بلي احنا كبار
في بالك رانا صغار
حكي لنا على الجنة حكي لنا على النار
على طير عمره ما طار
فهمنا معانى الدنيا

يا راوي حكي كما حكوا لك
ما تزيد ما نقص من عندك
كاين نشفوا على بالك
حكي لنسينا في هاد زمان
خلينا في كان يا ما كان

giovedì 10 dicembre 2009

martedì 8 dicembre 2009

James - Sit down



Sit down

I'll sing myself to sleep
A song from the darkest hour
Secrets I can't keep
Inside of the day
Swing from high to deep
Extremes of sweet and sour
Hope that God exists
I hope I pray

Drawn by the undertow
My life is out of control
I believe this wave will bear my weight
So let it flow

Oh sit down
Sit down next to me
Sit down, down, down, down, down
In sympathy

Now I'm relieved to hear
That you've been to some far out places
It's hard to carry on
When you feel all alone
Now I've swung back down again
It's worse than it was before
If I hadn't seen such riches
I could live with being poor
Oh sit down
Sit down next to me
Sit down, down, down, down, down
In sympathy

Those who feel the breath of sadness
Sit down next to me
Those who find they're touched by madness
Sit down next to me
Those who find themselves ridiculous
Sit down next to me
Love, in fear, in hate, in tears

Down
Down

Oh sit down
Sit down next to me
Sit down, down, down, down, down
In sympathy

Oh sit down
Sit down next to me
Sit down, down, down, down, down
In sympathy

Down

Bjork - Possibly Maybe (Post)




"Possibly Maybe"

Your flirt it finds me out
Teases the crack in me
Smittens me with hope

Possibly maybe, possibly maybe, possibly maybe...

As much as I definitely enjoy solitude
I wouldn't mind perhaps
Spending little time with you
Sometimes, sometimes

Possibly maybe, probably love...
Possibly maybe, probably love...

Uncertainty excites me
Baby
Who knows what's going to happen?
Lottery or car crash
Or you'll join a cult

Probably maybe, possibly love...
This is probably maybe, possibly love, possibly...

Mon petit vulcan
You're eruptions and disasters
I keep calm
Admiring your lava
I keep calm

Possibly maybe probably love
Possibly maybe probably love

Electric shocks?
I love them
With you dozen a day
But after a while I wonder
Where's that love you promised me?
Where is he ?

Possibly maybe probably love
Possibly maybe probably love

How can you offer me love like that?
My heart's burned
How can you offer me love like that?
I'm exhausted
Leave me alone

Possibly maybe, possibly maybe, possibly maybe.

Since we broke up
I'm using lipstick again
I'll suck my tongue
In remembrance of you

Possibly maybe, possibly maybe
Possibly maybe, possibly maybe
Possibly maybe, possibly maybe

Diario di viaggio di Nazarena - Dakar, Senegal

Cari tutti/e,

è da un po' che non mi faccio sentire, la “stabilità” mi ha impigrito un po'. E' anche vero che lo stupore iniziale ha lasciato il posto all'ordinario, e l'impressione è che non ci sia più così tanto da raccontare come all'inizio del mio viaggio... ma tant'è.

La vita dai fratelli prosegue senza intoppi, ormai mi sento in famiglia e sto iniziando ad alcolizzarmi anch'io. Devo dimostrare di essere una vera cristiana! Con tutti questi incontri coi sufi non si sa mai, potrei destare sospetti. Insomma si mangia insieme, si sbevacchia e si fan grandi discussioni. L'altra sera abbiamo parlato di omosessualità (non ho iniziato io, giuro, alcuni di loro erano preoccupati per il fatto che il sindaco di Parigi fosse un omosessuale dichiarato...). La discussione è stata lunga, e le mie conclusioni erano che un omosessuale non può fare nulla per cambiare, quindi Dio lo ha creato così, quindi deve essere rispettato in quanto tale e giudicato per il suo operato, non per i suoi gusti. Li ho lasciati perlomeno pensierosi. Voi sapete che c'è, effettivamente, lo zampino dei sufi, ma a loro non l'ho detto e la cosa ha sembrato funzionare.

Oggi invece abbiamo parlato di donne. Di nuovo, non ho iniziato io. Forse per il fatto che sono l'unica donna tra tanti uomini, si sono sentiti in dovere di farmi sapere quanto la donna è santa e degna di rispetto per la funzione sacra che ricopre ecc ecc ecc... E' scaturita un'altra discussione, perchè sono un po' stufa di sentire tutti questi uomini che pontificano sulle donne, chi le sacralizza e chi le criminalizza, tutti che sentenziano sulle “donne” tanto che alla fine neanche più le donne si ricordano di essere persone normali... né sante né puttane. O sante e puttane... o che so, tutto quello che una persona può essere o diventare. Insomma diverse dagli uomini perchè donne, ma pari in diritti, doveri, responsabilità. Difficile da credere, ma mi vogliono bene e credo che sentiranno la mia mancanza (e io la loro). Anche se la mia presenza femminile li sta mettendo alla prova, mi pare di intuire. L'altro giorno padre Augustin mi ha invitata a fare un giro in città, ed era talmente nervoso che abbiamo fatto due incidenti. E' stato terribile, non sapevo cosa dire e non dicevo niente. Il mio silenzio presumo non aiutasse. Mi ha portato a bere la birra (alle 11,30 del mattino) e ho rifiutato. Un disastro su tutta la linea. Ora comunque è più tranquillo. A parte lui, gli altri sono proprio pacifici, divertenti e simpatici. Venerdì sera siamo andati insieme a vedere il concerto di Rokia Traoré e poi ancora a bere le birre all'osteria dell'Università.

Fuori dalla Casa del Santo Spirito, tutto procede abbastanza bene, facendo la media tra giornate molto produttive e giornate un po' sgonfie. Ho fatto delle buone interviste, non solo tra sufi senegalesi. Ora conosco a fondo la comunità dei marocchini residenti a Dakar: commercianti di vecchia data o recentemente arrivati, donne sposate con militari senegalesi conosciuti in Marocco, donne arrivate per sposare marocchini precedentemente immigrati, studenti di medicina o farmacia, figli di marocchini nati in Senegal... insomma, lavoro. Che quando dovrò sbobinare tutta sta roba mi verrà un colpo (ogni tanto penso alla tua tesi Giuditta: potresti aggiungere un capitolo sugli errori che si fanno sbobinando da un'altra lingua... penso ci sarebbe da ridere).

Quando esco passo spesso da un angolo di mercato dove ho fatto un po' di amicizia, e ieri sono andata con due di questi tipi della “compagnia delle bancarelle” a vedere la lotta senegalese. Che storia! La cosa, scopro, è più seguita del calcio. Allo stadio, gremito di gente, ci sono due compagnie di ballerini/e dai colori esplosivi che si dimenano come pazzi. La lotta è tra giganti, ricorda un po' quella giapponese ma qui oltre che grossi sono anche tonici. E' un corpo a corpo di potenza, l'obiettivo è far cadere l'avversario. All'uscita una fiumana di gente agitata, per fortuna anche i miei accompagnatori erano belli grossi... Poi tutti i mezzi di trasporto in delirio, con gente pressata non solo dentro, ma anche sopra. Peccato che fosse buio e la mia macchinetta un po' limitata.

Gli amici della bancarella si sentono sicuri, perchè “protetti”. Hanno ciò che qui chiamano “gri gri”, degli amuleti confezionati dal marabutto di referenza. Sono pratiche pre-islamiche, che sono entrate a far parte dell'islam senegalese, in particolare nella confraternita dei muridi. Così il marabutto non è solo santo e guida spirituale, ma anche mago e stregone (e businnes man). Ci sono i gri-gri generali per il buonumore, l'amore, i soldi, la protezione; o quelli specifici per non farsi trafiggere da lame o bucare da pallottole. La punta di una lama non può neanche graffiare la pelle di una persona protetta dall'apposito amuleto. Volevo farmi fare quello dei soldi, e avevo trovato anche il gancio per un ottimo marabutto (pare), ma poi ho scoperto che costava un po' troppo per una che non ci crede. E allora ho desistito.

Che altro? Sono andata a visitare l'isola di Gorée, costruita dai portoghesi e usata dai francesi per ammassare gli schiavi in attesa della spedizione. L'isola è bellissima, ci sono le case colorate, i porticati, le chiese. E poi ci sono le case degli schiavi, prigioni con stanze chiuse, muri spessi e soffitti bassi, suddivise in base al “contenuto”: bambini, ragazzine, uomini, donne, isolamento. Senso di nausea e spaesamento. In alto, gli appartamenti aerati e spaziosi dei civilizzati carcerieri, una serie di pannelli racconta le torture a cui era sottoposta la “merce” al fine di smorzarne ogni anelito di ribellione.

Anche sta sera, è ora di andare a dormire. Il traffico stanca, e io sono sempre in giro da una parte all'altra della città a cercar gente che tarda o non si presenta. La prossima volta vi farò un piccolo inventario dei mezzi possibili. Sono diventata una grande esperta sul tema. Ah, e anche sulla concezione del tempo.

Abbraccio e buona notte,

n

lunedì 7 dicembre 2009

Darrick Thompson - I was an aeroplane

Cantautore di Chicago straordinario che mi è capitato di ascoltare in concerto qui a Roma per caso. Dopo il live ho comprato direttamente a lui il cd "I was an aeroplane" per soli 5 euri!!! E' bellissimo vi pubblico il link del suo myspace dove potete ascoltare 4 brani...ve lo consiglio!!!

http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendID=428278788

domenica 6 dicembre 2009

Berluschino il breve - Marco Travaglio

Processo Breve o Processo Morto?!

Conflitto israelo-palestinese - Valuta umana - Si tratta la liberazione di Gilad Shalit e Marwan Barghouti

03/12/2009

Come il negoziato Shalit ha cambiato i rapporti di forza nei Territori Palestinesi

Scritto per Peacereporters da

Kieron Monks*

"Non trattiamo coi terroristi". Un mantra recitato a lungo dalle democrazie d'Occidente. In realtà, presto o tardi tutte le maggiori potenze hanno abdicato a discussioni coi militanti, dall'Irlanda del Nord all'Iraq. Oggi Israele sembra vicina a concedere ai nemici giurati di Hamas l'opportunità di fare un gran bel colpo, con la (ventilata) liberazione di un numero di prigionieri vicino al migliaio. Quali conseguenze trarre da tutto ciò?

Ovviamente Israele rimane in credito di circa 10 mila palestinesi ancora in carcere, ai quali se ne sommano settimana dopo settimana numerosi altri. Ciononostante, la liberazione massiccia di prigionieri 'irriducibili', una concessione mai fatta ad Abu Mazen e all'Anp, rappresenta un deciso cambio di rotta nella politica israeliana.

Nel 2007, Israele ha rilasciato 429 detenuti, una mossa vista da più parti come un aperta manifestazione di sostegno al leader dell'Anp. La maggioranza di questi prigionieri ha commesso piccoli reati. Alcuni erano probabilmente innocenti. Da allora, Abu Mazen non ha dimostrato alcuna intenzione di usare la mano forte. La sua credibilità è precipitata all'indomani della cattiva gestione del rapporto Goldstone e per l'incapacità di controllare l'espansione degli insediamenti, al punto da portarlo all'annuncio di dimissioni. Sotto la sua leadership l'Anp ha tenacemente perseguito una politica di negoziato, invece di usare la forza e le minacce, solo per scoprire che i loro partner nel 'processo di pace' non stavano mostrando serietà alcuna nell'adempimento dei loro obblighi.

I fallimenti di Abu Mazen, determinati da Obama, Netanyahu e i suoi predecessori, hanno rafforzato il sostegno popolare ad Hamas. Questi ultimi stanno rapidamente diventando l'unica fazione palestinese che Israele prende sul serio, non per scelta, ma per forza. Sotto il loro vessillo, Gaza è rimasta libera da check-point e insediamenti. Hamas governa senza rivali, una cosa che le autorità della Cisgiordania possono solo sognarsi di fare. Non fosse stato per la raffica di arresti israeliani, da loro incoraggiati, dei leader di Hamas in Cisgiordania, è altamente probabile che avrebbero preso il potere anche lì.

I massacri e l'assedio di Gaza hanno rafforzato la loro leadership, l'opposizione interna è stata polverizzata, e per la gente che ha votato per loro in maniera schiacciante, rappresentano la vera voce della resistenza. Con finanziamenti da altri Paesi musulmani come l'Arabia Saudita, sono stati capaci di forgiare uno stato a loro immagine e somiglianza, saldamente islamista, ben organizzato e intransigente. Hanno alleati potenti anche in Egitto, da dove traggono rifornimenti attraverso una rete di cunicoli sotterranei, e dove tengono nascosta la loro gallina dalle uova d'oro, Gilad Shalit.

Israele si trova progressivamente costretta a dare segnali di buona volontà, aprendo i confini per consentire l'ingresso a Gaza di 600 vitelli per l'Eid el-Fitr, la festa di fine Ramadan, o di libri e aiuti umanitari, precedentemente - e gli aiuti umanitari in maniera criminale - proibiti. Oggi ci sono linee di comunicazione permanenti tra Israele e quei 'terroristi' che - disse Olmert - "non potranno mai diventare un partner".

Che Ahmad Sadat e Marwan Barghouti siano materia di discussione all'interno dell'annunciato scambio, è il riconoscimento della ritrovata forza di Hamas. Barghouti avrebbe il cammino spianato verso la vittoria, in qualsiasi elezione presidenziale. E' lui la figura dotata del potere necessario a unire le fazioni belligeranti di Hamas e Fatah. Se Israele volesse davvero una Palestina unita come vicino di casa, avrebbe dovuto liberarlo tempo fa, a dispetto del crimine di omicidio per cui è stato condannato.

Naturalmente, l'annunciato rilascio di prigionieri di alto profilo, condannati all'ergastolo per reati gravi, sta alimentando un acceso dibattito in Israele. Consapevole di un potenziale disastro d'immagine, il governo israeliano non ha reso pubblica la lista dei prigionieri, innescando lo sdegno dei parenti delle vittime, nonché il loro ricorso all Corte Suprema per ribaltare tale decisione. Il portavoce dei familiari, Dan Sion, ha detto che "il governo lavora al negoziato in modo furtivo". Come dargli torto? Sebbene Netanyahu abbia promesso un dibattito pubblico, è del tutto verosimile che le scelte del governo rimangano le stesse.

L'esercito è determinato nell'assicurare con ogni mezzo il ritorno a casa di Shalit. Se questo significa trasformare Hamas in un eroe popolare, ebbene, è un prezzo che sono disposti a pagare. Per l'Autorità nazionale palestinese, che ha sprecato anni in colloqui sterili, si tratta di un boccone amaro. Per la comunità internazionale è un ulteriore monito che la forza è l'unica valuta con la quale tratta il governo israeliano.

*Giornalista di Electronic Intifada e Don't Panic

Traduzione di Luca Galassi


http://it.peacereporter.net/articolo/19233/Valuta+umana

Operaio senegalese reclamava lo stipendio. Ucciso a coltellate dal datore di lavoro


Operaio senegalese reclamava lo stipendio. Ucciso a coltellate dal datore di lavoro

Reclamava lo stipendio che da tre mesi non gli veniva pagato. Una lite, poi l'assurda conclusione. Ibrahim M'bodi, operaio 35enne in un cantiere edile, senegalese trapiantato a Zumaglia, nel Biellese, è stato ucciso dal datore di lavoro con 9 coltellate. la vittima è fratello di Adam M'Bodi segretario dei metalmeccanici della Cgil di Biella. Il suo cadavere è stato ritrovato da due agricoltori in un canale di scolo ai margini di una risaia, l'assassinio è di tre giorni fa e il datore di lavoro, Franco D'Onofrio, ha confessato ai carabinieri dopo un lungo interrogatorio.

M'Bodi aveva gia' avuto discussioni con D'Onofrio perche' non riceveva lo stipendio con regolarita'. ''Sono a pezzi'', ha commentato il fratello Adam che aveva anche tentato un'inutile mediazione con l'imprenditore. ''E' un omicidio che non puo' passare sotto silenzio'', scrivono in una nota unitaria i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Biella: "Fatti di inaudita gravita' come questo rientrano in un clima generale di imbarbarimento dei rapporti sociali, con la possibile aggravante dell'odio razziale. I diritti dei lavoratori sembrano non avere piu' cittadinanza e se, come in questo caso, il lavoratore e' extracomunitario, possono sollecitare le reazioni piu' estreme''.

04 dicembre 2009

da l'Unità del 4-12-09, link: http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=92220

sabato 5 dicembre 2009

martedì 1 dicembre 2009

Elio e le Storie Tese - Ti Amo Ciarrapico!!! ( Live 1° maggio 1991 - censurati )

Lucio Dalla - Cara (Live)




Cosa ho davanti, non riesco più a parlare
dimmi cosa ti piace, non riesco a capire, dove vorresti andare
vuoi andare a dormire.
Quanti capelli che hai, non si riesce a contare
sposta la bottiglia e lasciami guardare
se di tanti capelli, ci si può fidare.

Conosco un posto nel mio cuore
dove tira sempre il vento
per i tuoi pochi anni e per i miei che sono cento
non c'è niente da capire, basta sedersi ed ascoltare.
Perché ho scritto una canzone per ogni pentimento
e debbo stare attento a non cadere nel vino
o finir dentro ai tuoi occhi, se mi vieni più vicino.........

La notte ha il suo profumo e puoi cascarci dentro
che non ti vede nessuno
ma per uno come me, poveretto, che voleva prenderti per mano
e cascare dentro un letto.....
che pena...che nostalgia
non guardarti negli occhi e dirti un'altra bugia
A..Almeno non ti avessi incontrato
io che qui sto morendo e tu che mangi il gelato.

Tu corri dietro al vento e sembri una farfalla
e con quanto sentimento ti blocchi e guardi la mia spalla
se hai paura a andar lontano, puoi volarmi nella mano
ma so già cosa pensi, tu vorresti partire
come se andare lontano fosse uguale a morire
e non c'e' niente di strano ma non posso venire

Così come una farfalla ti sei alzata per scappare
ma ricorda che a quel muro ti avrei potuta inchiodare
se non fossi uscito fuori per provare anch'io a volare
e la notte cominciava a gelare la mia pelle
una notte madre che cercava di contare le sue stelle
io li sotto ero uno sputo e ho detto "OLE'" sono perduto.

La notte sta morendo
ed e' cretino cercare di fermare le lacrime ridendo
ma per uno come me l' ho gia detto
che voleva prenderti per mano e volare sopra un tetto.

Lontano si ferma un treno
ma che bella mattina, il cielo e' sereno
Buonanotte, anima mia
adesso spengo la luce e così sia.

Ustmamò - Canto del vuoto



Lasciar passare sorvolare
perdere tempo e non cercare
non si sa poi bene cosa

Tempi infiniti a guardare
le nubi soffici e leggere
tempeste che ritardano a scoppiare

Meglio svanire in questa indefinita età
a immaginare quello che potrebbe essere
Meglio sperare nella propria identità
Che compromettersi per poi sbagliare e perdere

Come non potere più spiegare
ali che non servono a volare
sogni che non sogna mai nessuno
modi di pensare questa vita
Come non potere più aspettare
cose che ritardano a venire
lenti mutamenti di stagione
una qualche verità

Ora persi nel mare profondo
ora in alto a sfiorare le cime
abbracciati al tempo che passa
aspettando una buona ragione

Lasciarsi andare dondolare
e continuare a galleggiare
scivolando sulle cose
Abbandonati a immaginare
un'altra strada da seguire
lasciando quel che resta sempre uguale

Come non potere più spiegare
ali che non servono a volare
sogni che non sogna mai nessuno
modi di pensare questa vita
Come non potere più aspettare
cose che ritardano a venire
lenti mutamenti di stagione
una qualche verità

Ora persi nel mare profondo
ora in alto a sfiorare le cime
abbracciati al tempo che passa
aspettando una buona ragione
(ustmamò)