domenica 26 settembre 2010

Noam Chomsky ha elaborato la lista delle “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.

Il linguista Noam Chomsky ha elaborato la lista delle “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.

1 - La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 - La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 - La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

6 - Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….

7 - Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...

9 - Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

Noam Chomsky

Fonte: www.visionesalternativas.com.mx
Link: http://www.visionesalternativas.com.mx/index.php?option=com_content&task=view&id=48460&Itemid=1


Settembre 2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANONIMO

venerdì 3 settembre 2010

Caso De Magistris - indagini "Why not" e "Poseidone"



Le inchieste “Why Not” e “Poseidone” furono sottratte illegalmente a Luigi De Magistris, nel 2007, quando era ancora un pm della procura di Catanzaro: è questa la tesi della procura di Salerno che, dopo aver chiuso le indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio di tre magistrati calabresi, del parlamentare del Pdl Giancarlo Pittelli, dell’ex sottosegretario alle Attività produttive Pino Galati (Udc) e dell’uomo forte di Comunione e liberazione in Calabria, Antonio Saladino. Le prime risposte giudiziarie sul “caso De Magistris” arriveranno il 3 novembre, quando il gip Vincenzo Pellegrino deciderà sulle richieste dei tre pm (Rocco Alfano, Maria Chiara Minerva e Antonio Cantarella) che hanno “ereditato” l’inchiesta dai pm Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, poi puniti, con il trasferimento, dal Csm.

Chiesta l’archiviazione invece – secondo il Mattino, che per primo ha pubblicato, ieri, la notizia – per altri quattro magistrati – Enzo Iannelli, Alfredo Garbati, Domenico de Lorenzo e Salvatore Curcio – indagati per favoreggiamento e omissione in atti d’ufficio: s’erano rifiutati di trasmettere gli atti di Poseidone e Why Not ai pm salernitani (Nuzzi e Verasani) che stavano indagando sulla sottrazione dei fascicoli a De Magistris. Un rifiuto che sfociò, prima, nel sequestro degli atti, operato dai pm salernitani. E portò poi, proprio a causa del sequestro, alla punizione di Nuzzi, Verasani e del loro capo Luigi Apicella. Oltre che sulla richiesta di archiviazione, però, il gip dovrà deciderà sul rinvio a giudizio degli altri magistrati: l’ex procuratore capo Mariano Lombardi (fu lui ad avocare Poseidone a De Magistris), il procuratore generale reggente Dolcino Favi (avocò l’inchiesta Why Not) e il procuratore aggiunto Salvatore Murone. Le indagini della procura di Salerno ipotizzano, tra vari reati, anche la corruzione in atti giudiziari.

A trarre vantaggio dalla revoca di Poseidone, secondo l’accusa, furono Pittelli e Galati che, negli atti della chiusura d’indagine, appaiono come “istigatori” delle “condotte illecite” di Lombardi e Murone. “L’inevitabile stagnazione delle attività istruttorie in corso”, aveva scritto l’accusa nella chiusura dell’inchiesta, portò a “favorire le persone implicate nelle indagini, in particolare Pittelli e Galati i quali, in un più ampio contesto corruttivo (…) s’erano adoperati per far ricevere sia a Lombardi, sia a suo figlio Pierpaolo Greco, denaro o altre utilità”.

Illegale anche l’avocazione di Why Not: de Magistris, aveva iscritto nel registro degli indagati l’ex ministro Clemente Mastella (poi archiviato dalla procura di Catanzaro). Favi avocò l’inchiesta ipotizzando, per de Magistris, un “conflitto d’interessi”, poiché Mastella aveva avviato un’indagine disciplinare sul pm. “Conflitto d’interessi” che, secondo la procura salernitana, non s’è mai verificato, tanto da sostenere che “veniva attestata, in un atto pubblico, una situazione contraria al vero”. Per questo filone sono indagati Favi e Saladino che, all’epoca, era il principale accusato (poi condannato) nell’inchiesta Why Not.

“La procura di Salerno – ha commentato De Magistris, oggi europarlamentare dell’Idv – conferma che Why Not e Poseidone mi furono sottratte illegalmente, in seguito ad un accordo corruttivo, tra i vertici degli uffici di Procura e alcuni indagati”. “Nonostante il Csm fosse informato da tempo – prosegue – sulle gravi commistioni e le illegalità che interessavano i vertici degli uffici giudiziari di Catanzaro, non ha mai ritenuto di dovere intervenire. Oggi Murone è il titolare dell’inchiesta sugli attentati al procuratore generale di Reggio Calabria. Quello stesso Csm ha invece dimostrato una solerzia straordinaria quando, al termine di processi disciplinari farsa, ha proceduto all’esecuzione professionale mia e dei colleghi di Salerno”.

Pittelli replica: “De Magistris dovrebbe sapere, ma sarebbe pretendere troppo dalla sua cultura giuridica, che la richiesta di rinvio a giudizio rappresenta soltanto un’ipotesi di accusa tutta da verificare. La parte più interessante di tutta la storia deve essere ancora scritta. E la verità, su gruppi e manipoli, non tarderà a ristabilire gli esatti contorni della più vergognosa impostura mai verificata in ambito giudiziario-politico”.

Nell’attesa che la “vergognosa impostura” evocata da Pittelli venga dimostrata, o quanto meno accennata, bisogna registrare questa storia annovera la punizione, da parte del Csm, di almeno quattro pm. Ai quali va aggiunta Clementina Forleo che, (anche) per aver difeso De Magistris durante Annozero, fu prima incolpata e poi trasferita (per incompatibilità ambientale) dalla Procura di Milano. Oltre alle richieste di rinvio a giudizio (e di archiviazione), quindi, in questa vicenda pesa anche il ruolo del Csm dell’epoca, soprattutto se consideriamo che in questi giorni, altri tre pm, confermano (nelle sue parti essenziali) l’impianto accusatorio di Nuzzi e Verasani e, con esso, il “complotto” per sottrarre, in maniera illegale, le indagini all’ex pm napoletano.

da il Fatto Quotidiano del 3 settembre 2010

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/03/chiesto-giudizio-per-le-togheche-fermarono-de-magistris/56040/